DATI ISTAT SUI MATRIMONI

E’ interessante riportare qualche dato numerico circa i matrimoni negli ultimi anni. Le cifre mostrano costantemente una diminuzione dei matrimoni in generale e un aumento –relativo- di quelli civili.

Secondi dati Istat nel 2023 sono stati celebrati in Italia 184.207 matrimoni, che corrisponde ad una diminuzione del 2,6% rispetto al 2022. Il calo dei matrimoni religiosi, solitamente cattolici, è stato vistoso, -8,2% rispetto all’anno precedente.

Sempre secondo l’Istat nel 2023 il 58,9% dei matrimoni è stato celebrato con rito civile.

Il numero in percentuale elevato di matrimoni civili osservata nel 2020, ben il 71,1%, è stato un’eccezione, dovuto alla pandemia a scapito di quello religioso.

In secondo nozze il rito civile è il più scelto, assestandosi al 95,0%. La scelta del rito civile va però diffondendosi sempre di più anche tra i primi matrimoni.

Nel 2024 si sono celebrati 173 mila. Anche in questo caso il calo vistoso è su quelli religiosi, 9.000 in meno, e 2.000 in meno quelli civile.

Anche il 2025 ha un ulteriore calo, e si evidenzia una tendenza verso matrimoni più personali, intimi, su misura, in cui mettere al centro il benessere degli invitati. Numeri più ristretti di invitati, anche per contenere i costi.

Secondo l’Istituto di statistica infine le famiglie aumenteranno da 26,5 milioni nel 2024 a 27,2 milioni nel 2040. Dato molto interessante ma che va analizzato con attenzione. Infatti questo dato è composto anche dalle cosiddette “famiglie unipersonali”, single che in un ventennio aumenteranno di un milione. Le “famiglie unipersonali” avranno un aumento dovuto a vari fattori fra cui il numero, sempre più ampio, di donne e uomini che rimarranno vedovi, data la longevità sempre più alta delle persone; e il numero di separazioni e divorzi di cui si presume l’aumento, e chi esce da un matrimonio spesso sceglie di non unirsi nuovamente, ma preferisce convivere o restare da solo.

CHI PUO’ CELEBRARE UN MATRIMONIO CIVILE

Il matrimonio civile viene celebrato dall’ufficiale dello stato civile che può essere il Sindaco, il vicesindaco, un assessore o un consigliere comunale, un presidente di circoscrizione, il segretario comunale, un dipendente comunale a tempo indeterminato (o, in caso di esigenze straordinarie e temporalmente limitate, a tempo determinato), che abbia superato un apposito corso o, anche, un cittadino italiano che abbia i requisiti per l’elezione a consigliere.

Le funzioni di Ufficiale dello Stato Civile possono essere delegate a un altro Ufficiale dello Stato Civile. D.P.R. 3 novembre 2000, n. 396 punto 67: “L’ufficiale dello stato civile che, valendosi della facoltà concessa dall’articolo 109 del codice civile, richiede un altro ufficiale per la celebrazione del matrimonio deve esprimere nella richiesta il motivo di necessità o di convenienza che lo ha indotto a fare la richiesta stessa”. Questo significa che il sindaco può delegare un sindaco di un altro Comune.

Giordano Guido Guerri, intervistato da Fabio Dal Maso, al termine di una presentazione del suo libro “Gli italiani sotto la Chiesa. Da San Pietro a Twitter”. Un libro in cui vi sono dedicate alcune pagine alla complessa storia per giungere al matrimonio civile in Italia.

Il Codice civile prevede che il sindaco può delegare la sua funzione di ufficiale di stato civile ad un cittadino italiano maggiorenne, che abbia i requisiti per essere eletto a consigliere comunale. Sono escluse però le persone che hanno un legame di primo grado con uno degli sposi. Non possono pertanto fare da celebranti i genitori, fratello/sorella, figli dello sposo e della sposa. Cugini, zii, nonni ed altri parenti più distanti, possono.

Essendo un ruolo ufficiale, il delegato -che indosserà la fascia tricolore, posta sulla spalla destra*-, dovrà avere un atteggiamento consono al momento che avverrà: ossia una buona e sana formalità. Egli si dovrà attenere rigidamente alla lettura del testo, fornito dal funzionario comunale che presenzierà al matrimonio, senza interruzioni o varianti. Il chè non significa non poter inserire segni e parole, magari tratti dal libro “…Sposami”, ma solo di non poter fare variazioni nel momento della lettura degli articoli.

Se il sindaco ha delegato un amico/a o parente di uno degli sposi, ugualmente sarà presente un funzionario del Comune con il compito di verificare il rispetto di quanto necessario e che la cerimonia, si svolga secondo le regole ed ha il potere, se lo ritiene, di invalidare la cerimonia.

Ma dove ci si può sposare?

Ci sono luoghi belli e importanti per gli sposi, ma bisogna chiedersi se tale posto ha valenza istituzionale. L’art. 106 del Codice Civile afferma che “Il matrimonio deve essere celebrato pubblicamente nella casa comunale (…)”.

Per Casa Comunale s’intende una struttura nella disponibilità giuridica del Comune, vincolata allo svolgimento di funzioni istituzionali e alla celebrazione di matrimoni da parte dell’Ufficiale di Stato Civile. Questi luoghi istituzionali (istituito come Casa Comunale e deve avere valore di continuità e quindi non può essere istituito temporaneamente) possono essere più di uno in un Comune. Oltre alla sede del Municipio ci possono essere quindi sale comunali nelle ville, castelli, ecc. Il Comune di Vicenza ha ad esempio come Case Comunali ove celebrare le nozze civile i seguenti luoghi: Sala degli Stucchi a Palazzo Trissino, Basilica Palladiana, Giardino Teatro Olimpico, Palazzo Chiericati, Villa Guiccioli; oltre questi spazi comunali anche la sala Ifigenia di Villa Valmarana ai Nani. I costi variano, in quanto ci sono costi di tenuta di un particolare registro e dello spostamento del personale incaricato degli atti di stato civile: si va quindi da zero per palazzo Trissino, a 1.000 euro più costo utilizzo della villa per villa Valmarana ai Nani, a 2.000 euro per la Basilica Palladiana

 Ma quindi in riva al mare non è possibile?

La legge impedisce la celebrazione dei matrimoni in quei luoghi destinati al turismo che quindi sono aperti al pubblico e caratterizzati da affollamento (come ad esempio le spiagge dovemmo concludere). Lì si potrà fare il matrimonio simbolico, ma non celebrare una cerimonia ufficiale con validità giuridica. A meno che il comune non abbia una spiaggia destinata solo ed esclusivamente alle celebrazioni nuziali con validità continua. Ed un esempio in merito c’è: da venerdì 4 ottobre 2019 sono iniziate le celebrazioni dei matrimoni sulla spiaggia di Ostia.

Denominata “Spiaggia degli Sposi”, delibera approvata dall’Assemblea Capitolina nell’ottobre del 2017, si trova sul Lungomare Toscanelli n. 180 (non immaginatevi le spiagge delle Maldive però).  A titolo di curiosità le tariffe per i matrimoni da celebrare presso la “Spiaggia degli Sposi” di Ostia sono 400 euro per matrimoni celebrati nei giorni di sabato e domenica se almeno uno dei nubendi è residente in Roma; se invece nessuno dei nubendi è residente in Roma o in Provincia di Roma 800 euro (700 nei giorni feriali).

* Pur non sussistendo più l’obbligo normativo di mettere la fascia sulla spalla destra, la modalità più corretta, per motivi di ordine storico ed evidenti esigenze di uniformità, è pur sempre quella di indossarla sulla spalla destra con la parte verde vicino al collo. Se infatti immaginiamo che il tronco della persona sia simbolicamente il palo della bandiera, ecco che mettendo la fascia nella spalla destra troverò prima il colore verde, poi il bianco e infine il rosso, ossia come sono consequenzialmente disposti i colori della nostra bandiera. Ciò non avviene se la si dispone nella spalla sinistra.

SPOSARSI IN TEMPO DI COVID? ANCHE A VENEZIA IL “SI”

Un segno tradizione thaj

“Omnia vincit amor et nos cedamus amori”: l’amore vince tutto, arrendiamoci anche noi all’amore (espressione di Publio Virgilio Marone). Ma vince anche sul Coronavirus? Sono molte le coppie che hanno deciso di posticipare le nozze, chi al periodo estivo (confidando nelle vaccinazioni diffuse e nelle alte temperature che renderanno il virus meno aggressivo) chi all’anno prossimo. Molti, infatti, si sono scoraggiati dall’uso delle mascherine e dagli eventuali pericoli relativi agli assembramenti, o anche solo dal timore che gli ospiti non si sentano a proprio agio in questa situazione, e hanno rimandato o addirittura annullato del tutto la celebrazione del loro “Sì, lo voglio”. I vari Dpcm di Conte prima e D.l. di Draghi poi hanno infatti creato un clima di timore oltre che di difficoltà nell’applicare con rigore le norme. Se ne ricava come conseguenza di questi rinvii delle nozze la crisi del settore wedding che va avanti da un anno, con relativi problemi per tanti lavoratori: per chi si occupa di location, abiti da sposa/sposo, pasticcerie, agenzie di viaggi, catering, musicisti, bomboniere, ecc.

Tuttavia si porta con piacere all’attenzione chi invece ha deciso ugualmente di sposarsi nella primavera 2021, come questa coppia nella foto, che nel mese di marzo si è sposata con rito civile presso il Comune di Venezia. In una Venezia che accoglie attualmente nel suo silenzio irreale e suggestivo al tempo stesso, le nozze si sono svolte con numeri ristretti fra parenti e amici, distanziamento fra le sedie di almeno un metro, misurazione della temperatura, mascherina per tutti i presenti compresi gli sposi e chi presiedeva il rito, impossibilità di fare un buffet finale o un momento culinario in un ristorante. Difficile quindi sposarsi con queste restrizioni, innegabile. Per questo va a loro il plauso sincero.

Questa coppia ha realizzato con l’amico A.G., chiamato a fare da ufficiale di stato civile, anche un libretto ad hoc per i presenti, prendendo spunto dal vademecum “…Sposami”, in modo che tutti potessero seguire lo svolgersi dei riti, dei segni e delle parole. Parti in lingua italiana ma anche in inglese con passi in thaj; videocollegamenti con la Thailandia; segni presi dalla cultura religiosa orientale ma anche da quella francescana. Un mix studiato nel tempo per un matrimonio significativo. Con questa coppia italo-tailandese il libro “…Sposami” giunge così finalmente anche a Venezia.

Va evidenziata la modernità e freschezza del rito civile così impostato, che è giunto come una novità nel Comune di Venezia. Forse però il personale del Comune presente non è ancora abituato a un rito che richiede del tempo e che non può essere condotto con la logica dell’orologio ma del “tempo dell’amore”. Questo inciso per dire che chi lavora nei Comuni d’Italia e si occupa di nozze civili deve avere una buona formazione antropologica sul matrimonio ma anche un’apertura e accoglienza particolari verso tutti i presenti, in modo da dare il giusto peso alle ritualità pensate dagli sposi e al tempo stesso gestire tutta la situazione con sensibilità. Essere di servizio insomma, e non persone attaccate alla burocrazia o al “si è sempre fatto così”. Farsi avvolgere cioè dalla novità, che in questo caso specifico si chiama novità dell’amore. Come minimo per gli impiegati comunali che si occupano di rito civile ci dovrebbe essere una preparazione specifica partecipando a corsi di aggiornamento ad hoc promossi ad esempio dall’Anci stessa, ma come minimo sarebbe opportuno la lettura integrale del libro “…Sposami”, specialmente nella prima parte.

Per finire un augurio sincero a questa coppia di sposi: ขอแสดงความยินดี ขออวยพรให้คุณทั้งคู่ประสบพบเจอแต่ความสุข

ADDIO AL CELIBATO/NUBILATO E SPESE DI MATRIMONIO

Nel corso della storia, tradizioni, superstizioni ed usanze legate al matrimonio si sono mescolate e sovrapposte, fino ad arrivare ai giorni d’oggi. Ci soffermiamo in questo articolo su tre aspetti: l’addio al celibato, la serata antecedente le nozze e le spese del matrimonio.

Le feste di addio al celibato e al nubilato sono organizzate da amici, cugini/e e testimoni di nozze per celebrare l’addio alla vita da single. Tuttavia oggi molte coppie già convivono quando decidono di fare il passo insieme verso le nozze: in tal caso non ha più il significato di passaggio dalla vita da single a quella di coppia, ma è un modo per stare insieme divertendosi e facendo sentire importante, al centro cioè, il futuro sposo/a. Un po’ come cantava Jovanotti quando diceva “questo è l’ombelico del mondo”, ossia tu caro amico/a sei al centro del nostro mondo. La festa è un momento goliardico che non ha regole scritte ma si deve essere spinti solo dal desiderio di passare del tempo spensierato e allegro con il futuro sposo/a. Punto da non dimenticare è una buona conoscenza dei festeggiati e di ciò che a loro fa piacere o meno, in modo da non mettere in imbarazzo gli sposi (situazioni volgari, eccesso negli scherzi, attività che non rientrano nelle loro corde, ecc.) o, dalla parte opposta, essere troppo parchi. Anche in questo aspetto festoso le differenze tra mondo femminile e maschile emergono: solitamente le ragazze cominciano a pensare e ad organizzare la festa del nubilato non appena ricevono l’invito al matrimonio; gli uomini generalmente invece si attivano nell’organizzare nell’imminenza della data. Può essere una serata, ma anche un breve viaggio o una giornata in un centro benessere. Obiettivo da non dimenticare: divertirsi in compagnia.

Non c’è una data fissata a priori per l’addio al celibato/nubilato ma buon senso porterebbe a non fissarla nei 5 giorni prima del matrimonio per non creare stress e ansie ai fidanzati pre matrimonio. Spostare la festa di addio al celibato/nubilato a dopo il matrimonio non ha alcun senso, anche perché mancherebbe dello spirito giusto, e può sembrare una sorta di “rottura” del legame matrimoniale. Inoltre la tradizionale festa di addio ha un culmine che avverrà dopo pochi giorni con il matrimonio, che nel caso opposto è un evento è già avvenuto. Superfluo da dire, i futuri sposi non devono essere coinvolti in alcun modo, né nella parte organizzativa né in quella economica.

Oltre alla festa di saluto precedentemente descritta in alcune regioni italiane, ad esempio Sicilia, Campania e Calabria, è ancora diffuso il rituale della serenata di matrimonio, organizzata dallo sposo la sera prima delle nozze verso la sua bella. Al di là del gesto bello in sé in cui lo sposo si esibisce cantando (o incaricando qualcuno a cantare) è un modo di anticipare la festa del giorno seguente, coinvolgendo alcuno amici stretti, i genitori della sposa e i vicini di casa.  

L’aspetto economico può sembrare fuori contesto parlando di amori che si scelgono, ma non è irrilevante invece perché alla fine tutti dovranno fare i conti con le proprie finanze o con quelle delle due famiglie di provenienza. Quanto si spenderà non è irrilevante infatti nel matrimonio, sia esso in Comune o in Chiesa. Ci sono sposi che scelgono una cosa frugale, con un semplicissimo brindisi solo con testimoni e famigliari stretti: in tal caso i costi saranno particolarmente contenuti. In altri casi invece si prevede l’abito nuziale, i fiori, le bomboniere, il ristorante, l’auto, il fotografo, il cantante durante la cerimonia, … e quindi i costi aumentano. C’è una “tradizione” in questo? Ossia, chi paga e cosa paga? Solitamente la famiglia della sposa, o alla sposa stessa se lei lo desidera, si prende carico degli inviti, bomboniere, fiori, abito da sposa, fotografo, momento musicale in Comune e il ricevimento. Alla famiglia dello sposo, o allo sposo, l’arredamento della casa (o la casa stessa, nella logica che era la sposa che si trasferiva e non l’uomo nella casa di lei), le fedi, il bouquet di fiori per la sposa, il viaggio di nozze. Ogni regione italiana ha poi però le sue specificità ma bisogna tener presente che la tradizione deve lasciare spazio alle scelte individuali in base alle possibilità dei due nuclei famigliari; al fatto che molti non acquistano casa ma vanno in affitto; alle fedi che a volte vengono acquistate dai testimoni di nozze (secondo indicazioni precise degli sposi); al vestito della sposa/o regalato dai genitori di lei/lui come ultimo dono alla loro figlia/o.

Tutto quanto descritto sono riti, segni; importanti in sè, vero, ma che rimandano in realtà ad altro, e cioè ad una relazione vera e profonda tra i fidanzati attorno a cui gli amici si stringono facendo gli auguri che possa essere un bel cammino, in salita, fatto insieme.

W gli Sposi!

DENOMINAZIONE DEGLI ANNIVERSARI DI MATRIMONIO

Come da fidanzati ci si ricorda e si festeggiano gli anni dalla data in cui ci si è messi insieme e iniziata quindi una storia, più ancora si fa memoria e si festeggiano gli anniversari del matrimonio. In questo caso ogni anno, per lo meno fino al 16° anno, ci sono dei nomi prestabiliti e condivisi da tutti. Poi si entra nella terra di nessuno, in cui gli anniversari dei lustri (ogni cinque anni cioè) hanno un nome, gli altri no oppure con una denominazione che si diversifica da una lista all’altra. E poi si deve evidenziare che alcuni anniversari sono citati più come auspicio di amore eterno che non come possibilità di realizzazione: basti pensare all’anniversario delle nozze di onice, 95 anni, o di osso, 100 anni. Irraggiungibili per chiunque!!!

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Tempo e Amore

Uno tra i matrimoni più longevi al mondo è stato festeggiato nel dicembre 2019, nozze di quercia. Una “lunga storia d’amore” tra John Henderson, ora 106 anni, e Charlotte, di 105 al momento dell’anniversario. Secondo il Guinness World Records si tratta di un record per un matrimonio con marito e moglie ancora in vita: ben 80 anni di vita di coppia. Nonostante siano stati insieme per più di otto decenni, Charlotte e John non sono tuttavia il matrimonio più lungo della storia dell’umanità. Il record, infatti, spetta a un’altra coppia formata da Zelmyra e Herbert Fisher che è rimasta insieme per 86 anni e 290 giorni: il matrimonio più lungo mai registrato.

Quanto si riporta ora è quella più condivisa, ma pur sempre opinabile. Per cui tenete ciò che ritenete buono, e lasciate scorrere il resto. E a tutti gli sposi Buon Anniversario, qualunque esso sia.

1° anniversario: nozze di carta – 2° anniversario: nozze di cotone – 3° anniversario: nozze di cuoio – 4° anniversario: nozze di fiori – 5° anniversario: nozze di legno – 6° anniversario: nozze di zucchero – 7° anniversario: nozze di rame – 8° anniversario: nozze di bronzo – 9° anniversario: nozze di ceramica – 10° anniversario: nozze di stagno

11° anniversario: nozze di acciaio – 12° anniversario: nozze di corda – 13° anniversario: nozze di pizzo – 14° anniversario: nozze d’avorio – 15° anniversario: nozze di cristallo – 16° anniversario: nozze d’edera – 17° anniversario: nozze di viola – 18° anniversario: nozze di quarzo – 19° anniversario: nozze di caprifoglio – 20° anniversario: nozze di porcellana

21° anniversario: nozze di rovere – 22° anniversario: nozze di rame – 23° anniversario: nozze d’acqua – 24° anniversario: nozze di granito – 25° anniversario: nozze d’argento – 26° anniversario: nozze di rosa – 27° anniversario: nozze di giaietto – 28° anniversario: nozze d’ambra – 29° anniversario: nozze di granito – 30° anniversario: nozze di perla

31° anniversario: nozze d’ebano – 32° anniversario: nozze di rame – 33° anniversario: nozze di stagno – 34° anniversario: nozze di ampolla – 35° anniversario: nozze di corallo – 36° anniversario: nozze di silice – 37° anniversario: nozze di pietra – 38° anniversario: nozze di giada – 39° anniversario: nozze d’agata – 40° anniversario: nozze di rubino

41° anniversario: nozze di topazio – 42° anniversario: nozze di diaspro – 43° anniversario: nozze di opale – 44° anniversario: nozze di turchese – 45° anniversario: nozze di zaffiro – 46° anniversario: nozze di madreperla – 47° anniversario: nozze di ametista – 48° anniversario: nozze di feldspato – 49° anniversario: nozze di zircone – 50° anniversario: nozze d’oro

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L’Amor che dura

55° anniversario: nozze di smeraldo – 60° anniversario: nozze di diamante – 65° anniversario: nozze di pietra – 70° anniversario: nozze di titanio – 75° anniversario: nozze di platino – 80° anniversario: nozze di quercia – 85° anniversario: nozze di marmo – 90° anniversario: nozze di granito – 95° anniversario: nozze di onice – 100° anniversario: nozze di osso

Matrimonio o unione civile in imminente pericolo di vita

Si tratta di un evento che si presenta raramente, e ha una sua procedura ad hoc che costituisce un’eccezione rispetto alle norme che regolano il matrimonio. Qualora uno dei due fidanzati sia in pericolo di vita la celebrazione del matrimonio può essere immediata.

Si segue un iter straordinario data la situazione particolare: non occorre procedere alla pubblicazione di matrimonio (ordinariamente è di almeno 12 giorni); l’ufficiale di Stato Civile deve avere prova della situazione di imminente ed effettivo rischio di vita (documentata da un certificato medico); l’ufficiale dello Stato Civile si recherà presso il luogo di degenza del nubendo e, in presenza di quattro testimoni ed assistito dal segretario comunale, riceverà il giuramento degli sposi relativo alla mancanza di impedimenti al matrimonio e quindi procederà alla celebrazione del matrimonio.SAMSUNG CSC

In questa situazione seguire uno dei quattro riti riportati nel vademecum “…Sposami” può sembrare superfluo se non vano, data la situazione e la non presenza di famigliari e amici. Tuttavia, anche senza seguirne un’intera traccia, la sola lettura di un testo poetico o una riflessione renderà questo momento più significativo perché le parole aiutano ad esprimere la propria interiorità che forse, come non mai in questo caso, ha bisogno di carezze. Magari ci sono state parole non dette all’altra persona, carezze taciute vorrei dire, e che ora in questo matrimonio in pericolo di vita possono finalmente essere espresse.

L’art. 101 del Codice Civile espressamente recita:

“Matrimonio in imminente pericolo di vita.
Nel caso di imminente pericolo di vita di uno degli sposi, l’ufficiale di stato civile del luogo può procedere alla celebrazione del matrimonio senza pubblicazione e senza l’assenso al matrimonio, se questo è richiesto, purché gli sposi prima giurino che non esistono tra loro impedimenti non suscettibili di dispensa. L’ufficiale dello stato civile dichiara nell’atto di matrimonio il modo con cui ha accertato l’imminente pericolo di vita”.

Matrimoni e coronavirus: dal 2020 al 2021?

Istant familyAnno bisesto anno funesto” si dice popolarmente, ma chi avrebbe mai immaginato che il 2020 verrà ricordato anche per l’anno dell’annullamento di moltissime celebrazioni sia civili che religiose?
E torna subito alla mente la frase de “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni, in cui i bravi ordinavano a Don Abbondio, in merito allo sposalizio di Renzo e Lucia, “Questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai”.
Se vogliamo prendere un esempio concreto dell’attuale situazione causata dal Covid-19 guardiamo i numeri da metà marzo a Reggio Emilia: 9 matrimoni sono stati rimandati dagli sposi, 8 coppie invece hanno confermato e si sono uniti nel vincolo; in un caso il matrimonio è stato pronunciato a domicilio perché non c’erano le condizioni per uno dei due di muoversi.
Moltissimi matrimoni, compreso quello di D. e L., una coppia di miei amici che dovevano sposarsi in aprile, hanno rifissato le nozze nel periodo estivo, cercando quindi di mantenere l’evento nell’anno in corso, sperando nel loro cuore di non doversi sposare con le mascherine.
Le previsioni più pessimiste parlano di circa il 90% degli italiani è costretto a rinviare il matrimonio a data da destinarsi. Altre fonti, relativamente meno pessimiste, ipotizzano il 70%.
Molti, anche di chi aveva fissato il matrimonio in settembre o autunno inoltrato, hanno già deciso di rinviare di un anno, come hanno già deciso ad esempio A. e L., un’altra coppia di amici con cui dovevo condividere il brindisi del loro amore.
Una scelta non facile ovviamente quella di spostare la data, perché tutto era stato ormai già prestabilito e predisposto: una decisione presa da molte coppie per non rimanere però nell’incertezza continua e psicologicamente devastante.
Ma quando sarà la nuova data delle nozze? Infatti ci saranno pochi sabati liberi nel 2021 e probabilmente i matrimoni si accavalleranno uno sull’altro per ovvi motivi. Possiamo supporre che il 2021 sarà l’anno dei matrimoni infrasettimanali e con un aumento di quelli invernali.111
Come già scritto in un precedente articolo non è buono, emotivamente parlando, annullare le nozze e prospettare una futura ipotetica e incerta data ma, dopo aver preso contatti con tutti i protagonisti del vostro evento (ristorante, fotografo, ecc.) parlando con loro anche dell’aspetto economico, aver già idee chiare e fissare già ora una nuova data. Cercare e darsi certezze cioè, che psicologicamente vi aiuterà anche come coppia.
Ed infine un cenno, per solidarietà sociale, va all’economia sottostante ai matrimoni civili o religiosi che siano, perché attorno alle nozze vi è un giro economico non irrilevante, un business di circa 40 miliardi di euro l’anno: abiti da sposa, abiti da cerimonia, bomboniere, addobbi floreali, parrucchieri, truccatori, fotografi, dj o musicisti, auto a noleggio, arredi, luna di miele, regali da parte dei parenti e amici, ecc. Tutti settori gravemente colpiti, ed in primis ristoranti e strutture ricettive (ville, castelli, agriturismi, ecc.) che sono e rimarranno per un po’ nel silenzio ma in attesa di occhi che, fra qualche mese, ammireranno di nuovo lo splendore di queste dimore e di chi ha scelto quel luogo per dire “Sì, lo voglio”. E sulla porta d’entrata sarà bello incontrare un novello “bravo” che vi dirà: “Questo matrimonio s’ha da fare, oggi”.

MATRIMONI RINVIATI CAUSA CORONAVIRUS. E ORA CHE FACCIO? NIENTE PANICO!

Il 2020 verrà ricordato nella storia per il terrore provocato dall’influenza Coronavirus, una pandemia vera e propria. Scoperta in Cina il 7 gennaio 2020 ha provocato il primo decesso in Italia, a Vo’ Euganeo, il 21 febbraio. Con tassi di mortalità molto inferiori alla spagnola, Covid 19 ha fatto crescere in pochissimi giorni l’ansia generale legata alla morte, aggravata dalla mancanza di un vaccino. Paura del contagio, scuole chiuse in Veneto prima e in tutta Italia poi, zone rosse in quarantena: impossibilità in queste aree di entrare e uscire per i cittadini, attività commerciali chiuse, inviti a rimanere nelle case o per lo meno di non frequentare luoghi affollati. Sospensione delle funzioni religiose in Veneto e nelle zone di altri focolai lombardi (messe, cresime, funerali, mercoledì delle ceneri, …).SAMSUNG CSC
Ma questo panorama di guerra era solo l’inizio. Il Governo estese i divieti di spostamento, dall’ 8 marzo, a tutta la Lombardia e altre province del Nord, nonché misure rigide in tutto il territorio nazionale. Per arrivare al decreto, con effetti dal 10 marzo al 3 aprile, in cui tutta l’Italia venne considerata zona rossa. Per poi proseguire nel tempo con ulteriori limitazioni. Chiusura dei musei, delle scuole e università, di qualsiasi celebrazione religiosa (messe, funerali, matrimoni), angelus del papa in streming, sospensione di tutte le attività sportive, chiusura di piscine, palestre, centri estetici, fabbriche, ecc.. E possibilità di muoversi all’interno del proprio paese solo per acquisto di alimentari o per necessità. Decreti rinnovati poi, sempre in forma restrittiva, fino al 15 aprile.
A titolo di curiosità ma aiuta per far capire la gravità della situazione, il vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol, “preoccupato per l’aggravarsi della situazione sanitaria e sociale anche nei nostri territori”, la sera del 24 marzo fece una speciale preghiera di affidamento della città di Vicenza, del Veneto e dell’Italia alla Madonna di Monte Berico. Precedentemente questo gesto era avvenuto solo il 25 febbraio 1917, con un voto fatto dall’allora vescovo Rodolfi e dal sindaco Muzani. La prima guerra mondiale imperversava sul territorio e questi ultimi, ricorda la diocesi, promisero che, se la città fosse stata risparmiata dagli austroungarici, l’8 settembre sarebbe diventato un giorno festivo. La città venne effettivamente risparmiata dalla distruzione e l’8 settembre – giornata in cui si celebra la natività della Madonna – diventò la festa patronale della città e della provincia di Vicenza.
#iorestoacasa diventa il motto di tutti. Un vero e proprio coprifuoco del 2020 con l’esercito in strada ma specialmente un evento con conseguente crisi economica per molte famiglie e per l’Italia stessa. Una situazione totalmente nuova per il mondo tanto da portare papa Francesco, venerdi 27 marzo, ad una speciale benedizione “Urbi et Orbi” in una piazza san Pietro totalmente vuota, pregando dicendo: “Invitiamo Gesù nelle barche delle nostre vite”.  E per la prima volta in 2000 anni in Italia, ma anche in molti stati del mondo, nessuno ha potuto partecipare alle celebrazioni pasquali, tanto care al popolo italiano.
In questa contesto si inserisce la problematica legata ai matrimoni, in comune o in chiesa che siano. La primavera, con temperature miti, risveglio della natura, fiori abbondanti, è un tempo adatto ai matrimoni, tempo tanto atteso e desiderato. Anche voi forse avevate fissato la data delle nozze in questi mesi.SAMSUNG CSC
Se avete deciso per il rinvio, per non essere costretti a sposarvi con la mascherina e in totale intimità (ossia con la sola presenza dell’ufficiale di stato civile e dei testimoni) e senza festeggiamenti/ assembramenti, il primo invito è mantenete la calma e avere un atteggiamento positivo. Avete “solo” rinviato il matrimonio infatti, non annullato. Il matrimonio si farà! Anche le Olimpiadi in Giappone sono state rinviate, al 2021, non certo annullate. Quindi partiamo da questo dato positivo, da questa capacità di adattamento che è in noi. Niente panico, che andrebbe solo ad aumentare la situazione di pericolo anziché diminuirla. Logico che si tratta poi di gestire una situazione stressante in sé, in cui si ha anche paura (ed è normale, sano) perché avevate previsto una cerimonia nuziale nei minimi dettagli, comunicata poi ufficialmente a parenti e amici… E ora si tratta di riprendere in mano tutta la situazione riprendendo in primis tutti i contatti (Comune, location, fotografo, allestimenti floreali, catering, dj, viaggio di nozze e quant’altro avevate previsto) e cercando un incastro che non sempre può riuscire al top in base a quanto pensato. Ma dovete avere dentro di voi la certezza che i vostri invitati capiranno la nuova situazione che si andrà a vivere, perché tutti, nessuno escluso, ha vissuto sulla propria pelle i disagi di #iorestoacasa. E vi staranno emotivamente ancora più vicini.
La prima cosa da fare è logicamente definire la nuova data del matrimonio. Da comunicare a chi per primi? Ai testimoni e famigliari stretti. A loro direttamente (che significa, in queste settimane in cui sono vietati gli spostamenti telefonicamente. Per tutti gli altri, avendo già consegnato loro un invito ufficiale, non è detto che si debba rinviare per posta o portare un nuovo invito cartaceo per il matrimonio. L’invito già fatto e consegnato è ancora valido infatti: si tratta solo di comunicare la nuova data. Lo ripeto: il matrimonio è rinviato, non annullato.  Ecco che allora una telefonata (ma se il numero di parenti/amici è notevole una mail o una condivisone di un post ad hoc sui social può andar bene) è più che sufficiente.

E buon matrimonio … a breve!!!

Dediche a vicenda

Mauro Corona scambio libri sposamiSecondo appuntamento ed incontro con Mauro Corona, classe 1950, noto scrittore e amante della montagna. Invitato ed intervenuto in occasione della tradizionale Fiera di Santa Caterina a Barbarano Mossano (Vi) è stata l’occasione per uno scambio di libri: “Il passo del vento” da una parte e “…Sposami” dall’altro, con dedica a Corona.

In “Il passo del vento”, la montagna diventa per Mauro Corona simbolo dell’universo e di un’umanità bistrattata. E così gli alberi caduti e rimasti tra le montagne nel ciclone del 2018, la purtroppo famosa tempesta Vaia, diventano i corpi dei soldati della Prima guerra Mauro Corona dedica a memondiale, le cui epigrafi costellano le Dolomiti stesse. Nel sillabario alpino, si parte dalla A di alba, esperienza irrinunciabile da fare in montagna, fino alla Z di zuppa da mangiare quando si arriva in vetta, finalmente al caldo e al riposo del rifugio.

“…Sposami” invece è lo sguardo affascinato della lettera S, stupore verso l’amore di coppia che si esprime liberamente e leggero in un “Sì”.
Ecco una poesia di Gibran Kahlil, contenuta nel libro:

“Voi siete sbocciati insieme
e insieme starete per sempre.
Insieme, quando le bianche ali della morte
disperderanno i vostri giorni.

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dedica a Mauro Corona

Insieme nella silenziosa memoria di Dio.
Vi sia spazio nella vostra unità
e tra voi danzino i venti dei cieli.
Amatevi l’un l’altra,
ma non fatene una prigione d’amore.
Riempitevi a vicenda le coppe
ma non bevete da una coppa sola.
Cantate e danzate insieme e siate gioiosi
ma ognuno di voi sia solo
come son sole le corde del liuto
sebbene vibrino di una musica uguale.Mauro Corona ... Sposami
Datevi il cuore
ma l’uno non sia rifugio all’altra
perché soltanto la mano della Vita
può contenere i vostri cuori.
E state insieme, ma non troppo vicini
poiché le colonne del tempio
sono distanziate e la quercia
e il cipresso non crescono
l’una all’ombra dell’altro”.